Missione Livello B - Gaara no Sabaku

Gli spettatori cercavano invano di capire cosa stesse accadendo all'interno di quella sfera tempestosa; alcuni riuscirono a scorgere la comparsa della tartaruga, altri videro la stalagmite stagliarsi contro Oburo, ma nessuno sapeva l'esito di quello scontro, fatta eccezione dei pochi dotati di abilità particolari.
Un brusio tra sconvolgimento e stupore si levò nel vedere quella tempesta globulare tingersi di rosso.
Il sangue sgorgava dal torace di Oburo, trafitto dalla stalagmite di sabbia .
La sete di Gaara si stava finalmente placando, quando un atroce fitta alla testa, accompagnata da un acuto sibilo alle orecchie, lo costrinsero sulle ginocchia, con la testa stretta tra le mani.
Un furente ruggito rimbombò nella sua mente, seguito da parole pronunciate da una voce terrificante:

“SANGUE, ALTRO SANGUE, FAMMI USCIRE ! AAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!”

Non era uno stratagemma dell'avversario, ne un intervento esterno, qualcosa viveva dentro il giovane, qualcosa di mostruoso.
Quel dolore intenso sembrò allentarsi per un momento, Gaara era ormai accasciato a terra e stingeva la tracolla di pelle in mezzo ai denti, per evitare di spaccarseli; anche gli acufeni sembrarono cessare, riportando il ninja allo scontro.
Sollevò lo sguardo verso Oburo che urlò:

“MOSTRO, PEZZO DI MERDA !TI SENTI FORTE EH? VALI MENO DI ZERO!”

Furono le prime parole, che il giovane, sentì pronunciate da Oburo, rivelando la sua natura umana.
Lo shinobi alzò lo sguardo palesando i suoi occhi iniettati di sangue, sollevò un palmo da terra e stringendolo a pugno disse:

“ FUNERALE DEL DESERTO”

La sabbia vorticante iniziò ad aderire al corpo di Oburo, stringendolo come in una morsa.
La tempesta cessò.
Un enorme quantità di sabbia si riversò sul suolo, palesando uno scenario inaspettato al pubblico.
Gaara era in piedi, a pochi metri dal bordo arena e sul soffitto un bozzolo di sabbia lasciava vedere solo il volto del suo avversario, i cui occhi divennero vitrei nel lasciar cadere una lacrima di sangue, che venne assorbita dalla sabbia già intrisa del rosso fluido.
Le prime parole che Gaara sentì pronunciare al suo avversario, furono anche le sue ultime.
Lo shinobi accompagnò la crisalide a terra prima di sciogliere quel bozzolo, palesando la salma del suo avversario.
Diversi ninja medici balzarono sull'arena nella speranza di salvarlo ma era troppo tardi; Oburo era morto.
Il silenzio assordante che si era venuto a creare, venne interrotto da un urlo disumano proveniente dal giovane shinobi;
quella voce tornò a tormentarlo:

“ MUAHAHAHAHA GUARDATI, SEI A CORTO DI ENERGIE, SEI A CORTO DI CHAKRA COME AFFRONTERAI UN ALTRO SCONTRO?... MUAHAHAHAH NON CE LA FARAI MAI!... A MENO CHE TU.... NON DECIDA DI FARMI USCIRE!!! MUAHAHAHAHAH”

La voce sembrò di nuovo farsi lontana; stessa cosa per il dolore, facendo tornare il ragazzo quasi alla normalità:

“Ha ragione”

Pensò Gaara più incupito del solito

“non posso affrontare un altro scontro in queste condizioni, devo ricorrere allo shukaku.”

La sabbia riprese a muoversi e a spostarsi verso il giovane; una specie di guscio stava prendendo forma intorno a lui, mentre i medici trasportavano fuori arena, la salma del suo precedente avversario.
Una sfera di sabbia compatta prese forma intorno al ragazzo, che riuscì a scorgere una fessura di luce dalla porta di ingresso dei partecipanti al torneo, il suo prossimo avversario stava per entrare sul ring.

Con la chiusura della sfera le tenebre avvilupparono Gaara, il silenzio era quasi assoluto se non per qualche fruscio, generato dato dall' attrito dei grani di sabbia che scorrevano e si compattavano su se stessi. Il respiro si fece calmo e anche il cuore sembrava riprendere un ritmo più pacato. Le mani iniziarono a comporre dei sigilli, mentre la mente ripeteva il loro ordine come fosse un mantra.
Un cordolo di sabbia, simile ad un cordone ombelicale si congiunse alla base del cranio del giovane; un reticolo pulsante,simile a dei vasi sanguigni, iniziò a prendere forma sul suo emivolto destro, estendendosi successivamente al collo, alla spalla, al braccio e in fine alla mano.
Sempre più capillari venivano a crearsi, fino a rivestire completamente l'area, alterandone anche i connotati.
La voce orrifica precedentemente udita dal giovane, tornò a manifestarsi sotto forma di risata malevola, ma stavolta nessun dolore; quella voce sembrava avvicinarsi sempre più, man mano che la nuova conformazione prendeva forma.
“Basta così!” esclamò il ninja interrompendo la composizione dei sigilli.
“Non riuscirai a contenermi a lungo ahahahahahahahah”
rispose la voce nella sua mente. Il cordone che collegava la sfera al giovane sembrò avvizzirsi,generando un esplosione della sfera verso l'esterno, non appena venne meno quella specie di connessione.
La sagoma intravista precedentemente era a 30mt di distanza, immobile di nanzi allo shinobi con un espressione tra sorpresa e sgomento in volto.
“eh quello che stracazzo è?!”
esclamo guardando Gaara, lasciando trapelare un barlume di paura.
Un senso di sconvolgimento attanagliò tutta l'arena, alla rivelazione di quella metamorfosi, il quarto superiore di Gaara non aveva più le sue fattezze originali, ma quelle di un demone del colore della sabbia, irrorato di superficiali vene violacee. L' occhio più nero della notte, dalla gialla pupilla, faceva contrasto con l'altro color ghiaccio; entrambi erano fissi sul suo avversario.
Con un movimento del capo, ijito sembrò destarsi da quello stato di incredulità e guardò il suo avversario con nuovo vigore; la parte ancora umana di Gaara rimase glaciale, ma la parte demoniaca accennò un ghigno.
Contemporaneamente i due si lanciarono in uno scatto l'uno verso l'altro.
Quando la distanza trai due si sarebbe ridotta a 10 mt, il braccio dello shukaku si sarebbe chiuso a pugno, per stagliarsi contro il suo avversario; raggiunta la massima estensione la mano si sarebbe spalancata, e il braccio si sarebbe iniziato ad allungare puntando al torace, con l'intento di colpirlo e poi schiantarlo contro la colonna centrale.