Sbudrango Khuulo - Missione Livello S

Sbudro

Missione Livello S - Il Tramonto



Il sole si apprestava a tramontare dietro le colline, tingendo il cielo di sfumature dorate e arancioni, mentre le ombre si allungavano sul terreno campestre. Il panorama era dominato da rovine di una città antica, testimoni mute di un glorioso passato ormai sbiadito nel tempo. Le mura scalfite e le colonne spezzate narravano storie di un'epoca lontana, di civiltà perdute e di lotte travolgenti.

Tuttavia, quel luogo non era solo il rifugio del silenzio e della nostalgia. Era anche un territorio segnato da oscuri reati e violenze. Nell'ombra delle rovine, si celavano crimini brutali: rapine, stupri, tratta di esseri umani. Il terreno, una volta teatro di gloriose gesta, era ora il palcoscenico di orrori umani, di cui il sole nascente era testimone silenzioso.

Tra le rovine, si percepiva l'eco di antiche battaglie, le urla dei guerrieri e il clangore delle spade. Le colonne erano testimoni muti di scontri passati tra samurai del tempo antico, le cui anime sembravano ancora vagare tra le rovine, cercando la pace che la morte non aveva loro concesso.

Nonostante il calore dei raggi solari, l'aria era gelida, carica di una tensione palpabile che lasciava trapelare la sensazione di una calma prima della tempesta imminente. Era come se il vento portasse con sé un senso di inquietudine, annunciando il risveglio di forze oscure e violente che si nascondevano tra le pieghe del crepuscolo.

Così, tra la bellezza decadente del paesaggio e l'orrore dei crimini che si consumavano nell'ombra, il panorama campestre si rivelava come un luogo di contrasti estremi, dove la luce e l'oscurità si mescolavano in un'atmosfera carica di mistero e pericolo.

Il luogo solenne era sferzato dalla presenza di due grandi presenze: da un lato, Sbudrango Khuulo, dall'altro, un Paladino anziano, con un'armatura leggera ma efficace.

Lo sguardo del Paladino anziano era saggio, come quello di ogni vecchio, ma anche molto serio. Sapeva che chi aveva davanti non era un avversario da prendere alla leggera.



Il paladino anziano, con la sua armatura logora ma imponente, avanza con passo deciso verso il criminale, che si ritrova imprigionato dal suo sguardo severo ma giusto. Con voce profonda e autorevole, il paladino pronuncia le sue parole cariche di saggezza e determinazione:





Le parole del paladino risuonano nell'aria come un'invocazione alla purezza e alla rettitudine, mentre il suo sguardo scrutatore penetra nell'anima del criminale con fermezza implacabile.



Le parole del paladino risuonano con la forza di un'antica profezia, richiamando il peso delle sue esperienze e delle sue battaglie passate. La sua voce è un ruggito di rettitudine, un richiamo alla nobiltà d'animo e alla fermezza di carattere che incarnano il suo essere.

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La distanza con Sbudrango era di 38 metri.
Il Paladino mise le mani con le dita a forma di croce

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Il Paladino fece 4 copie di sé. Insieme, il gruppetto, avrebbe proceduto camminando 1ms verso "il malvagio" nemico, componendo sigilli.